Se da mercoledì il vostro tabaccaio/ricevitore/edicolante di fiducia non farà più ricariche postepay o se per farla ci metterà molto più tempo non prendetevela con lui.
Come già detto in questo post Sisal ha dovuto adeguarsi alle nuove normative in materia di carte prepagate, antiriciclaggio e via dicendo: inizialmente con un sistema spartano (la compilazione da parte del cliente del modulo con i propri dati anagrafici). Da mercoledì (ma in realtà già oggi per tutte le altre carte di credito ricaricabili, ad esempio la Compass Pay) al momento della ricarica l’esercente dovrà fare tutta questa trafila (alcuni passaggi sono già praticati, ma la procedura finale sarà così):
****UPDATE NOVEMBRE 2018: A QUESTO LINK UNA GUIDA DETTAGLIATA SULL’ATTUALE METODO DI RICARICA
- Chiedere la carta d’identità
- Chiedere il codice fiscale
- Digitare il numero della carta
- Strisciare il codice fiscale
- Inserire il codice fiscale del titolare della carta (la maggior parte delle ricariche è “per conto terzi”)
- Inserire domicilio e residenza del cliente (solo la prima volta, per fortuna)
- Scansionare con l’apposito lettore il documento del cliente
Tutto questo per i soliti, canonici, miserissimi 50 centesimi lordi.
E se detto così sembra una cosa veloce significa che non avete presente i drammi che avvengono durante questi minuti:
- aspetta che non trovo il codice fiscale, ma se te lo dico non va bene lo stesso?
- nessuno mi ha mai chiesto il codice fiscale del titolare (bugia!)
- nessuno mi ha mai chiesto la carta d’identità (altra bugia)
- aspetta che chiamo e me lo faccio dare
- tieni vedi se capisci quello che c’è scritto
- e via dicendo.
E queste sono solo le perdite di tempo più frequenti…
La colpa di tutto questo non è ovviamente di Sisal che da parte sua in questi mesi di sviluppo del sistema avrà sicuramente testato svariate soluzioni arrivando a definire questa come la più pratica, sicura e aderente alla normativa.
Ma qui si ingrandisce il problema di cui avevo parlato nel precedente post: il rapporto sempre più ridicolo tra guadagno e tempo di erogazione del servizio.
Immaginate il vostro bar/tabacchi di fiducia di sabato pomeriggio: chi è l’esercente masochista che preferirebbe dare priorità a un servizio del genere rispetto alla vendita di un più renumerativo Spritz?
Io non mi stupirei se questa volta ancora più esercenti si rifiuteranno di erogare questo genere di ricariche: i rischi di furto/rapina e il tempo di erogazione NON sono assolutamente adeguati al tempo perso per dare un servizio di questo tipo. Prepariamoci quindi a tornare a fare la fila in posta…
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