Anche oggi #jesuischarlie

Tutti i media ne parlano: Charlie Hebdo ha osato toccare i nostri morti con una vignetta di dubbio gusto. E' vero: la vignetta è irritante, macabra e forse priva di un reale significato di contestazione/accusa tipica della satira nostrana a cui siamo abituati. La frase correlata ("Non si sa se il terremoto prima abbia urlato Allah Akbar") suona come una inutile provocazione al popolo islamico e alla sua frangia più decerebrata e violenta. Ma tutto questo è Charlie Hebdo. Tutto questo è il loro concetto di satira. Può piacere o non piacere. Ma come eravamo Charlie Hebdo l'anno scorso non possiamo che esserlo anche oggi. Anche se non condividiamo quanto hanno pubblicato. Anche se tocca dei morti innocenti. Anche se ci tocca il cuore.

 

Oggi è stato toccato il nostro cuore. ieri e l'altro ieri quello di altri. E non possiamo indignarci in base alla vignetta. La libertà di stampa è questo: è la possibiità per chiunque di pubblicare qualsiasi cosa. Sta all'editore, al vignettista, all'autore capire quale sia il limite da non superare. E quasi sicuramente il suo limite non corrisponde al nostro. Ma anche questa è libertà. La libertà occidentale che tanto abbiamo osannato e difeso l'anno scorso, la libertà che abbiamo messo al vertice dell'orgoglio occidentale. La libertà che tanto amiamo sbandierare in faccia ai popoli arretrati da questo punto di vista ideologico e culturale.

Personalmente questa vignetta non mi ha fatto ridere, non mi ha fatto riflettere e mi ha causato un senso di ribrezzo. Ma non la posso condannare: è libertà anche questa. Per quanto ci possa apparire irrispettosa oltre ogni limite, macabra, violenta e senza logica. 

Consiglio a tutti la lettura di questo articolo di Wired Italia: può risultare illuminante.

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